quarta-feira, 19 de setembro de 2012

MARCHIONNE, CROZZA & IL BRASILE




Vorrei contribuire a capire il personaggio Marchionne interpretato da Crozza, che a Ballarò ha espresso la sua personalissima opinione sul Brasile. Temo che il livello di preparazione della classe dirigente attuale su economia e società sia proprio questo. O meglio, che gente come Marchionne sappia benissimo distinguere realtà e fantasia, mentre l'elettore medio forse ancora non del tutto. Questo perché vive in un piccolo mondo campanilista, in cui la conoscenza storica, geografica e sociale non esiste. esiste, però, la fantasia creata da prodotti al limite della fiction, rivolti al turismo o al desiderio di evasione di telespettatori e fruitori di magazines.
Molti italiani non sanno cosa sia il Brasile nella sua realtà socio-economica, che spiega il perchè la FIAT, qui in Brasile, vende.
Attualmente, il Brasile ha più di 177.000.000 di abitanti. La popolazione che è stata descritta da Crozza come predominante rappresenta poche centinaia di migliaia di membri delle nazioni indigene. Il resto della popolazione (che nonostante le popolazioni indigene continua attestata oltre i 177.000.000) vota, se vuole, a partire dai 16 anni. In Brasile esiste una legge detta "ficha limpa", cioè: i candidati alle cariche pubbliche non devono avere, tra i requisiti minimi per concorrere, processi a carico. Per quanto il paese soffra perché i corrotti non sono un'esclusiva italiana, questo è più di quanto l'Italia offra.
Perché si produce e vende la FIAT in Brasile? Nonostante il delirio post-antropologico di Crozza, che ci racconta che gente nuda che vive nelle capanne compra la Panda per venerarla come un Totem,
Negli ultimi 15 anni, dal governo Fernando Henrique ad oggi, il Brasile è diventato una potenza mondiale. Ha fatto scelte economiche e sociali che fanno si che oggi sia un paese che offre credito invece di avere un debito così immenso da non saper neanche da dove cominciare a pagare gli interessi.
Le persone, in questo stato di cose, guadagnano di più. Non voglio dire che sono più ricche, dico solo che guadagnano di più. Il Brasile continua ad essere uno dei punti della terra di fortissime disuguaglianze sociali. Una fetta molto consistente di popolazione, anche se vota, si preoccupa con il ferro da cavallo, più che con il SUV. Comunque, specialmente nelle aree più industrializzate del paese, c'è gente che compra la macchina per la prima volta. Un proletariato entrato in questi anni in una classe di consumo medio-bassa.
E la FIAT, con la sua tradizione di una macchina per famiglia che porta alla creazione dell'antica 500, in un paese come questo ci marcia! É una marca competitiva, costa meno per chi compra. In Brasile c'è la UNO. Quella nuova, fashion, costa di più. Più di quella vecchia scassona che tutti conosciamo. Qui, è una macchina perfetta. È la jeep dei poveri: un carrozzone che non ha problema con le buche (è alta!), va sullo sterrato e ha un baule che, per la sua categoria, continua il migliore, nessun'altra marca permette un costo/beneficio uguale. Risultato: è una macchina usatissima per servizi telefonici, manutenzione rete elettrica, idraulici... e altri mestieri che vanno un po' dappertutto e con casse/cassette/fili/ammenicoli professionali vari.  Le revisioni e manutenzioni della FIAT costano molto meno delle altre. Nelle categorie popolari, vende un sacco la Palio (già permette una distinzione di classe rispetto alla UNO antica, quella nuova è un po' fighetta. La 500 è una macchina stupida, ma è considerata da ricchi - e in effetti, fa concorrenza soltanto al mggiolino contemporaneo, stupido e inutile. Quello antico qui va forte, in fondo era la 500 tedesca... ). La Palio, come la UNO, sono prodotte in Brasile. Quando Marchionne (quello vero) ha lanciato il SUV FIAT, non lo ha fatto pensando all'Italia, ma a un mercato col profilo Brasiliano. La FIAT, in Brasile, significa garanzia di incontrare pezzi di ricambio, di rivendere la macchina senza perderci troppo, di avere una macchina che, a tutti i livelli (dalla UNO al maledetto FREEMONT) costa sempre un po' meno delle sue concorrenti per categoria.
La nuova entrata nella classe C dei consumatori (e sono molti) con le origini nella classe D (non consumatori) mantiene la FIAT molto bene, grazie. Solo perché vi facciate un'idea: come docente universitario io gravito tra la classe C alta e la B bassa/media, dipende se c'è crisi in giro. Attualmente, sono B e ho appena rivenduto una Peugeot Escapade 1600 SW prodotta in Brasile per pagare una buona parte di una Palio Weekend Trekking 1600 (sempre SW). Quest'ultima è la sorella della prima in prestazioni/consumi/volumi, però: costa meno/ha più spazio/per la manutenzione in concessionaria spendo la metà.
Potete immaginare che, prima dell'acquisto, abbia valutato la concorrenza, e immaginate giusto.
La FIAT in Brasile funziona perché si vuole che funzioni! E finché avrà questa politica di vendite, il riflesso sulle politiche di produzione sarà, inevitabilmente, positivo, e gli operai di Betim, in Minas Gerais, dove ci sono gli stabilimenti FIAT, non si ritroveranno col culo per terra. Anzi, direi che da queste parti l'azienda non è in crisi. Gli operai della FIAT, da queste parti, riescono a comprarsi una FIAT, perché in Italia devono fare la fame?

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