quinta-feira, 28 de abril de 2011

LA NOTIZIA CHE NON HO INCONTRATO.

Scorrendo i titoli dei giornali, ho sentito la mancanza di una notizia: quella delle manifestazioni spontanee che ricordassero al mondo che c'è ancora chi non crede al potere risolutivo delle armi, che l'Italia ripudia la guerra e che è un paese in cui è possibile la solidarietà verso quelli che le armi non ce le hanno, indipendentemente dal fatto che, nei loro paesi di origine, appoggino uno o l'altro dei contendenti. Facciamo un' ipotesi assurda, giochiamo alla fantapolitica. Facciamo finta di essere un'Italia in guerra. Così, giusto per rilassarsi un po'. Facciamo finta che l' Italia sia un posto dove da sempre si emigra. Oggi si emigra ben vestiti. Gli emgranti italiani arrivano all' estero come minimo con una laurea in tasca, sono lavati, ben vestiti, preparati. Sono cognitari, mano d'opera intellettuale. Vabbè, diciamo anche che in Italia ci sono fazioni politiche con interessi diversi e che, a un certo punto, ci siano i secessionisti, i fascisti e gli "altri". Gli "altri" sono un'entità confusa che, in parlamento, è chiamata opposizione. L' unica cosa che hanno in comune è un generico rispetto per i principi ancora illuministi della divisione dei poteri (principio basico della democrazia, si imparava già alle elementari, quando io ero bambina e facevo, appunto, le elementari dalle suore...non mi hanno mai obbligata a fare la comunione e sono orgogliosamente anticlericale, nel ricordo di maestra Romana, la suora cuoca gentilissima, di maestra Chiara, una donna che oggi vedo come "donna di successo" per meriti propri, e così via. Ma sto divagando, scusate, torno alla fantascienza di un'Italia immaginaria...). Dicevo, allora, che ci sono forze in campo che, ormai, sono disposte all' uso delle armi (per esempio, mafia e camorra e sacra corona e 'ndrangheta, ma anche padani convinti, che magari in alcuni luoghi hanno gente armata. È assurdo, certo, come poteva essere assurdo pensare che in yugoslavia ci fosse quel che ci fosse. Poi c' era quella folla confusa, che magari, all' inizio, appoggiava l' uno o l'altro, ma poi si ritrovava ad essere bersaglio quando stava in fila per il pane. Un classico della storia, questa relazione assolutamente emotiva della morte/rivoluzione per il pane. Insomma, alla fine c' era la gente che viveva in famiglia, lavorava, sperava in un futuro migliore per i figli che si è vista interrompere il tempo della vita, quello fatto dai ritmi della speranza. Nell'Italia del nostro gioco, facciamo finta che ci sia una famiglia leghista, una fascista e una degli "altri". Facciamo finta che vivano in una città del centro Italia, che ne so, Lucca. Un posto interessante, perché nella seconda guerra mondiale ha avuto la linea gotica a un sputo, è alle falde dell' appennino tosco-emiliano. Per cui, ci sarà una "generica" tradizione da parte di molte famiglie, di una memoria degli avvenimenti. Che ne so: la nonna che nascose il nonno, fuorilegge dal '43 perché membro dell' arma dei carabinieri, fedele al re. Allora il nonno si nascose dalla nonna, ma un giorno i fascisti bussarono alla porta e il nonno fece appena in tempo a nascondersi dietro alla porta. La nonna, che negli anni trenta era stata una "giovane italiana", divertendosi un sacco a fare ginnastica, si trovò così a fronteggiare i fascisti che chiedevano del nonno, convincendoli che lui non c' era. Dimenticavo di dire che, in questa memoria possibile di un qualche lucchese di oggi, il nonno era nascosto dietro la porta, si, ma con la pistola in mano... Allora, le tre famiglie lucchesi sono composte da genitori tra i 50 e i settanta e figli tra i 20 e i 40.

Facciamo finta, ora, che qualcuno, tra i figli, "emigri". Qualcuno, tra i figli, sia disoccupato o precario. Qualcuno lavora in polizia. Qualcuno va a caccia. Facciamo finta che tutte e tre le famiglie siano armate per una qualche ragione e che, ad un certo punto, una delle fazioni decida di prendere in mano le redini della situazione in un rapido colpo di mano, perché non ci riesce cambiando istituzionalmente l'assetto delle regole. Oh, si pensa sempre per assurdo, mica che cose del genere succedono in Italia. Allora, si comincia a sparare. E le nonne, le figlie, i nipotini, cominciano a vedere qualcuno della famiglia che piglia l' arma da caccia o di ordinanza e decide di reagire. Si cerca di mandare la nonna e il nipotino in svizzera, ma alla frontiera i leghisti svizzeri ci fanno fanno no praticamente in bergamasco e scuotono la testa con le armi in mano. Si cerca di fare uscire il figlio sposato con la nuora e la nipotina da Mentone, ma forti della riforma del trattato di Schengen rivisto, i francesi ci dicono no con accento garibaldino, scuotendo la testa con le armi in mano. Nel frattempo, gli austriaci hanno già chiuso la frontiera, con la benedizione del santopadre di turno (tanto, morto un papa se ne fa un altro). Ci resta Capodistria, speriamo in bene... Come se non bastasse, siccome all' Europa mica va bene che uno dei membri sia territorio di guerra, risolvono di fare attacchi mirati. Nel mentre, cominciano ad apparire gli abusi e i soprusi delle parti in gioco, si cerca casa per casa il nemico. Magari, qualcuno potrebbe bussare alla porta di una che, se sopravviverà, un giorno sarà ricordata come la "nonna che salvò il nonno". Si stupra, si ammazza, si brucia, si scappa. Ci si pente o si rafforzano certe credenze sulle parti in campo, ma la maggior parte in fondo, cerca di sopravvivere. Quelli che non sparano. I nonni e le nonne, i bambini e molte donne. Quelli che non hanno voglia di farsi ammazzare, che mica tutti sono eroi per alcune idee confuse, in fondo la maggior parte delle persone cerca di sopravvivere nel migliore dei modi possibile.

Fine del gioco. Dicevo, all'inizio, che mi dispiace molto non aver visto la notizia del popolo, per lo meno gli "altri" o parti di loro, scendere in piazza contro il bombardamento in se. Gli unici a dire che sono un pochino (ma mica abbastanza, secondo me) contrari sono i leghisti. Ma solo per la paura che l' uomo nero sbarchi dalla Libia, da dove tutti sanno arrivano solo terroristi. Parlano strano, stuprano le nostre donne, spacciano, sono sporchi, fanno paura, paura, paura). Magari dovremmo tutti rileggere Camus. O magari avremmo bisogno di ricordarci delle nostre nonne che difendevano il loro uomo dalla minaccia di morte del nemico. Gente che non votava neanche, perché il voto non era esattamente come oggi, magari non sappiamo neppure se avrebbero votato per un Berlusconi dei loro tempi o per un altro, ma che ad un certo punto si sono accorti che la cosa non era neppure più possibile risolverla con una rissa da bar, che in fondo, era un vivere civile.

Comunque: ci siamo davvero dimenticati di tutti quei valori che gli "altri", quelli che la carta costituzionale l' hanno fondata, hanno proposto? Pace, diplomazia, solidarietà, avversione alle soluzioni con le armi, vivere civile... E invece, l' unica preoccupazione sembra essere se il governicolo attuale cade per colpa della lega. Si, ma intanto siamo là a cacciabombardare qualche libico, giocando al piccolo chirurgo. Ogni tanto i chirurghi sbagliano, ma tante scuse e arrivederci.

Forse mi aspettavo non dico una discesa in piazza come quella spontanea degli spagnoli dopo gli attentati di Madrid, ma per lo meno un' "accesa scossa d' indignazione" che scuotesse la parte civile della popolazione, quella si, mi sarebbe piaciuta...

A proposito, le tre famiglie lucchesi hanno avuto la fortuna di conoscere un famiglia all' Elba e, costretti a condividere lo stesso spazio, nonostante le loro differenze anche radicali sono stati obbligati a sedersi, discutere, litigare pure. Per convivere senza ammazzarsi, per non dover scappare e trovarsi di fronte l'indifferenza o l'odio palese alla frontiera. Per non vedere nessun figlio morire, nessun nipote soffrire la fame. Le tre famiglie non si amano, si tollerano. Ma la figlia del fascista si è proprio innamorata del ragazzo degli "altri" che, prima di tutta questa gran tormenta, faceva architettura a Pisa... Discutono molto, litigano pure, ma è solo perché hanno molta, molta voglia di costruire il futuro dei loro figli...

Nenhum comentário:

Postar um comentário