sexta-feira, 3 de dezembro de 2010
FIM DE SEMESTRE, FIM DO TEMPO...
segunda-feira, 1 de novembro de 2010
DILMA RUSSEFF, EM ITALIANO.
Il Brasile ha eletto presidente della Repubblica:
Dilma Russeff, 62 anni, il cui potere politico e economico si può collocare in un punto tra quello di Hillary Clinton e quello di Angela Merkel. Questa è stata il ministro delle Miniere e dell'Energia quando il Brasile ha investito con un certo successo, calcolabile in termini di benessere sociale tangibile e visibile.
Dilma Russeff... Dilma Rousseff... rigiro il nome, perchè c'è qualcosa di importante, nel fatto che sia un presidente donna.
Non è facile spiegare cosa significa una donna con questo potere in un paese in cui il machismo È UN FATTO biologico: se una donna parla, lo fa a partire dal suo repertorio "donnesco", legato alla POTENTE SINDROME PREMESTRUALE . QUI il MACHISMO fa si che, quando una donna parla, lo fa sempre a partire da un gradino più in basso: sarebbe meglio se una donna restasse alle spalle di un uomo.
Dilma è una donna che ha un ruolo di potere non indifferente che vuole continuare la politica di Lula, che ha portato il Brasile ad essere l'ottava economia del mondo. La politica economica del governo Lula ha fatto sentire poco alle classi A e B l'impatto della crisi globale.
A= ricchi ricchi, proprio capitalisti proprietari. Hanno sentito la crisi, ma meno di quanto si aspettassero. Gli affari, se sei capace e competente, se dimostri un determinato standard di produzione E di condizioni di lavoro, può ricevere incentivo, se poi è multinazionale, riceve incentivi per investire qui. Insomma, la crisi ha avuto un impatto su tutti, ma i ricchi ricchi, ancora una volta, nonostante fosse un governo de sinistra, hanno retto bene all'impatto. Certo, per loro, sarebbe meglio privatizzare molto di più e, ridurre le spese dello stato per il benessere sociale e investire nell'industria privata senza ritorno per il pubblico. Comunque, anche loro hanno sentito tanto, come in Europa, l'impatto della crisi. Il potere d'acquisto dei salari dei lavoratori non è sceso, e non sono peggiorati gli indici di impiego, quindi, se tanto mi da tanto, le cose non sono andate così male per gli imprenditori grandi e medio grandi
B= classe media alta (imprenditori medi, professionisti liberali) e media media "stabile", i piccolo impresari, ma anche quella non legata all'economia di mercato (gestione delle politiche pubbliche, gestione del settore tecnico delle stesse/vari settori universitari...): incentivi al settore privato, investimenti nel settore pubblico.
Lula non ha fatto sentire la crisi alle classi C e D
C = classe media media "instabile", quella immediatamente soggetta alla proletarizzazione in caso di crisi economica. Sono piccoli o addirittura micro impresari come per esempio, la venditrice ambulante di dolci che vuole comprare un carrettino per venderli meglio, riceve benefici e investimenti pubblici in forma di prestiti a interessi specialmente bassi.
D = esclusi dal mercato, quelli che non verremmo che esistessero. Quelli che, prima di Lula, si perdevano nelle favelas, per le strade e, in alcune zone, morivano anche di inedia. Beh, questi sono davvero diminuiti, Il Brasile ha sradicato la miseria vergognosa. Oggi esiste, dove c'era la fame, una cosa che si chiama "povertà degna". Non è ancora una soluzione, ma per chi moriva di fame, è un grande avanzo.
C e D hanno incontrato ammortizzatori sociali che hanno permesso addirittura un miglioramento nella qualità di vita di queste classi. A e B non hanno subito peggioramenti. L'economia è cresciuta. Tutti si spartiscono il benessere.
Si lotta ancora per l'eliminazione della corruzione.
Per lo sradicamento della prostituzione infantile. Bambine che si prostituiscono, ma qui sono bambine fino ai 18 anni: lo sfruttamento sessuale è considerato reato anche nella parte del "cliente": il turista italiano in vacanza sulle spiagge, a Fortaleza, Bahia, fino a Rio de Janeiro, se ci viene per turismo sessuale deve stare attento all'età dell'accompagnatrice, perché sennò finisce IN GALERA. COMUNQUE:
Qualsiasi dibattito sul fatto che sia o no importante il GENERE nella politica, muore davanti all'improvvisa consapevolezza di stare vivendo un momento storico POTENTISSIMO!!!
Un paese da sempre dominato dalle elites (della canna da zucchero, del caffè, è rimasto a sinistra. Sinistra per davvero, in questi tempi tetri per la politica europea.
Lula, per la prima volta, durante il suo governo, ha dimostrato "fatti" che fanno parte di un repertorio di "sinistra" sulle idee di scuola, sanità e servizi pubblici. No, niente di radicale, una politica, in questo senso, molto socialdemocratica quasi di modello svedese, ma applicato su scala sub-continentale e con numeri di popolazione e indici di povertà ben diversi da quelli svedesi...
Secondo me rimette un po' ad un'idea di "stato competitivo" inteso come stato modello di eccellenza per capacità produttiva e distribuzione del benessere sociale con base proprio in questa capacità produttiva. Per tutti.
Allora, Dilma non è SOLO l'erede di questa scelta politica.
Voglio dire, lei si è candidata sulla base della continuità nelle proposte e realizzazioni politiche.
Così come non è solo "un presidente" con una storia di resistenza alla dittatura, una che ha visto calpestati i diritti umani, ha preso in armi e si è fatta il carcere, oltretutto con torture "latinoamericane" connesse.
Dilma è una DONNA.
Che dimostra che non ci sono solo le veline & ballerine.
Che ha il potere politico-economico dell'ottava potenza economica del mondo.
Che è una dura della madonna, difficile da piegare.
Questa donna ci fa bene, non è stata umile, non si è accontentata. Questa non è una che si lascia imprigionare nei biologismi sulla natura femminile.
Questa è una donna con una sua storia politica.
Questa è un'economista ben preparata.
Ed io sono qui, in questo paese machista, e mi sento parte di un posto civile, democratico, lontano dalla perfezione, ma sicuramente più vicino a ideali civili più giusti, più umani, più degni. È complicato vedere scelte politiche estetizzanti, sessualizzanti e subordinanti da/con/su/del corpo femminile in quanto corpo vuoto/aperto dalla/alla politica del fallo (organo maschile).
È una sensazione fortissima, davvero, vedere e vivere l'elezione di una donna alla massima carica pubblica. Con questa storia. Pensateci, italiche menti!
segunda-feira, 27 de setembro de 2010
OTIMISMO NO SUS

sexta-feira, 10 de setembro de 2010
DIÁRIOS DE VIAGEM VII

06/07/2010
TRABALHO ESCOLAR: VÍDEO FANTASMA DA FDP EM AÇÃO.
sexta-feira, 3 de setembro de 2010
JOGANDO PERFUME NO LIXO...
terça-feira, 24 de agosto de 2010
O CÁOS, NICK CAVE E A ENCICLOPÉDIA
terça-feira, 17 de agosto de 2010
DIÁRIOS DE VIAGEM VI

terça-feira, 10 de agosto de 2010
DIÁRIOS DE VIAGEM V
01/07/2010 Vada, h. 22.30.

DIÁRIOS DE VIAGEM IV

30/06/2010. Parma, h. 23.50.
quinta-feira, 5 de agosto de 2010
DIÁRIOS DE VIAGEM III: ANEXO

A foto do último post foi tirada de uma das pontes de Parma. Essa, não, é da rede, mas da na mesma: representa a última moda entre os adolescentes que, no enloquecimento dos tempos pós-pós-pós atômicos/industriais não sabem muito bem que rumo dar a suas vidas. O culpado dessa última bobeira é um pseudo-escritor de romances de amor, tal de Federico Moccia, a ser evitado feito uma praga. Bom, então, os cadeados que se encontram em muitas das pontes de muitas cidades SERIAM o símbolo do amor eterno entre os adolescentes. Aqueles amores, para ser clara, que na maioria das vezes são eternos por um prazo de dois/três meses. Mas os cadeados ficam aí, enferrujando, nos lembrando de como é difícil crescer e entender um pouco mais o funcionamento das "coisas da vida".
DIÁRIOS DE VIAGEM III
DIÁRIOS DE VIAGEM II

DIÁRIOS DE VIAGEM I

Leio sempre os comentários, às vezes com uma certa surpresa. Por exemplo, no meu último post, encontrei alguém que me sugeriu ir à Europa. Tranquilo, Pietro, vou à Europa com uma certa regularidade. Aliás, para mim, sendo eu uma Fada européia, nada mais é do que uma volta às origens. Para quem não soubesse, sou de origem mediterrânea, fada importada há 15 anos em terras Brasil-Americanas.
segunda-feira, 5 de julho de 2010
MONGÓLIA

Amanhã vou viajar. Às onze e pouco da manhã vou para Moscou, onde tem conexão para Ulaan Bataar, na Mongólia. Obviamente, não vou ficar procurando cyberpoints nem nada disso enquanto estiver viajando. Nem na capital, nem, é claro, no deserto de Gobi, onde ficarei bem longe da civilização. Faz muitos anos que tenho esse desejo de visitar a Mongólia e, finalmente, parece que, dessa vez, vou conseguir chegar e visitar a terra de Gengis Khan, de Tamerlão o Grande, enfim, da civilização que obrigou os chineses a construir a Grande Muralha... Quem sabe, encontre Xanadu lugar onde, como escrevia Samuel T. Coleridge,
quarta-feira, 30 de junho de 2010
HORROROSA MANIA!!!
Sei lá, de novo, eu não gosto dessa coisa de gente que escreve frases curtas e diz que é poesia... e em geral coisas de dar dó, além de expressar, em geral, muita dor de cotovelo.
terça-feira, 29 de junho de 2010
POEMA POÉTICO
sexta-feira, 25 de junho de 2010
BIOGRAFIAS IMPOSSÍVEIS II: IRREVERENTE LIVRE

A senhorita Irreverente Livre reside na Rua do Joelho 12, ao lado da cadeia da cidade famosa por suas três Ts de Tetas, Torres e Tapioca.
Irreverente é a primeira T, a de Tetas, sem dúvidas. Exuberante, revela esse seu elemento enlevando-o através de abismos vertiginosos de decotes marcantes, regatas restritas que não restringem muito. Irreverente, para dizer a verdade, não gosta muito de sua T, pois quando ela entra, antes dela entra sua T. Irreverente, desde criança, espiava pelas janelas da Rua do Joelho 12 suspirando, se perguntando como abrir, aliás, escancarar os portões da cadeia, que ela chamava de Castelo do Marisco, lugar que imaginava feito como as masmorras da magnífica residência de uma bruxa poderosa, e pensava que um dia teria derrotado a bruxa e a substituiria, poderosa e dominadora. Enfim, queria descobrir os Mistérios do Marisco. Tanto trovão trouxe chuva, e também tanto foi a gata até a banha que acabou perdendo uma pata, encontrou, a jovem, livre, o caminho para este conhecimento e, finalmente presa, em seguida a posturas um pouco excessivas (leia-se: tumultos graves no estádio durante os jogos de seu time do coração), conseguiu, finalmente, libertar toda sua irreverência entre as estreitas paredes de uma cela comum. Conta Irreverente que a excitante experiência a encheu de felicidade, pois conseguiu, finalmente, encontrar Figuras Interessantes, ladras e prostitutas, trombadinhas e traficantes, ampliando, assim, o panorama de suas possibilidades. Irreverente nunca teve dúvidas: o mundo de liberdade atrás das grades é, decididamente, muito mais interessante de tudo que, até então, encontrara. Por isso, visto que sua permanência nas cadeia nacional durou somente poucas horas, daquele dia em diante ela se esforça, com grande seriedade & afinco, para reencontrar o caminho daquela que considera sua verdadeira residencia, a cadeia do Marisco, onde um dia poderá afirmar que é Livre, ainda que tenha, para isso, renunciar a ser Irreverente.
Para tanto, muito se empenha: lá, onde as brigas são mais ásperas, lá, no parapeito da curva, a gritar até explodir as veias do pescoço, lá, onde os Paraísos Artificiais se encontram na escuridão – e, às vezes, à luz do sol – eis que Irreverente caminha, tranquila e seráfica, consciente de sua força, da direção a ser dada à sua vida. Dominará o grande castelo do Marisco, ainda que dificuldades e obstáculos pareçam insuperáveis. Enfim, não é facílimo, quando os Inimigos, as Forças da Ordem se opõem, proibindo-a de entrar no lugar mais amado, no lugar onde pode ser si mesma, libertando a força selvagem que guarda dentro: o estádio é a ela proibido, e não tem graça em entrar no Marisco enquanto desobediente pura e simples, aqui precisa de algo grande, algo que demonstre sua potencia, não um malfeito corriqueiro!
Irreverente realizou um monte de coisas belíssimas, em sua vida, é uma Esplendorosa Pessoa, chia de idéias e atividades. Por exemplo, um dia resolveu montar um time. De futebol? Não. De vôlei ? Não. De Basquete? Que nada! De futebol americano, um esporte leve e delicado, time para o qual convidou várias donzelas leves e delicadas, que desejavam correr como ninfas entre os bosques, enfrentando os adversários como se fossem Sátiros Vulgares a serem eliminados. O time não podia que se nomear As Megeras. Infelizmente, elas ganhavam tanto, mas tanto que, no final da primeira rodada os outros times recusaram-se em investir seus patrocínos em esparadrapos e colares de gesso. Assi, as Megeras ganhavam sem jogar, por abandono do adversário. Jogar virou um grande tédio e o time se extinguiu. Ma Irreverente, todavia, decidiu que os vestígios de tudo isso deveriam permanecer como eterna memória, tanto que, ainda hoje, todos os anos, convoca as sobreviventes companheiras de time para uma grande festa. Na verdade, poucas são as supérstites nas cruéis andanças da vida. Parte sucumbiu às múltiplas maternidades, outra aos Poderosos Maridos Impotentes, ou às Namoradas Extremamente Dolorosas, tanto que o número que sobrou é tão pequeno que na festa anual das Megeras vai um monte de gente que não tem nada a ver. Ainda assim, é sempre um momento de encontro mágico, apesar do fato de a lembrança das Megeras ter que ser tomado emprestado pelos hóspedes por algumas horas.
Irreverente é viúva, de um casamento de Amor. Sempre aquele com A maiúscula, mas dessa vez de origem visceral, aquele Amor que chacoalha a alma, as entranhas e a genitália. Casou, contra a vontade do mundo inteiro, mas com o apoio de amigas leais e da família, com Irreverente Lutadora. Sim, eram as duas Irreverentes, homônimas, iguáis e contrarias: Irreverente Livre, loira, extrovertida, de esquerda, Irreverente Lutadora, morena, introvertida e declaradamente de direita. Yin e Yang total, saíram à conquista do mundo, o Marisco, mas o Marisco era fortificado, ainda não amadurecera o tempo, as estrelas não se encontravam corretamente alinhadas, e enquanto esperavam o melhor momento, se dedicavam à construção de outros Paraísos Domésticos: a casa delas se tornou um acolhedor Buraco Negro, onde todos que entravam não encontravam nem a maneira nem, principalmente, uma motivação para sair. Irreverentes e Felizes, confundidas uma na outra em um abraço decididamente resistente, duras e tenras, excessivas, amadas e admiradas, criavam sempre um arrepio, um frisson por onde passavam. Ou, quanto menos, uma certa Perplexidade, mas nunca sua passagem deixava as coisas como estavam. Mas, mas, porém, porém, um dia, Irreverente Lutadora deitou entre os vasos de flores e disse: “Meu amor, está hora de eu deixar o Buraco Negro para sempre, pois a luz é um fenômeno que merece um estudo aprofundado. Sei que vou deixar um Buraco Profundo, mas o que deve acontecer, acontece, e nossos trilhos cruzados devem encontrar um cruzamento diverso”, fechou os olhos e um bando de faisões no jardim lhe levou embora o respiro. Grande foi a dor de Irreverente Livre, uma tristeza Território infinito sem fronteiras tomou conta dela, perdera metade da Irreverência, sua doce metade, mas como se trata de uma mulher de fibra, agarrou um regador e começou a recolher as lagrimas para regar gerações e gerações de orquídias exóticas e brilhantes. Eis, agora que vocês encontraram toda essa Irreverência, saibam que sua existência é de Fundamental Importância para quem é do bem e, talvez, também para quem é do mal.
sexta-feira, 18 de junho de 2010
BIOGRAFIAS IMPOSSÍVEIS: CÁLIDA NEBULOSA.

A senhorita Cálida Nebulosa, de origem rural, mede pouco mais de um metro & tem cara de ostra. O pai, Nérvulo Nebulosa, se ocupa de vacas, em particular de seu trato gastro-intestinal, que conhece profundamente ao toque. Possui a extraordinária capacidade de distinguir as particularidades que envolvem – ou revolvem – essa última parte do aparelho digestivo dos simpáticos animais quadrúpedes ruminantes, & é um dos mais conhecidos experts no campo. Infelizmente, os vapores mefíticos que, com demasiada freqüência o envolveram desde jovem nessa brilhante atividade minaram definitivamente sua saúde. A mãe, Sonhante Nebulosa, quando senhorita tocava piano mas, fascinada pelo conhecimento profundo dos labirintos bovinos do então jovem Nérvulo, abandonou a possível carreira de brilhante concertista em festas rurais & bucólicas, com a finalidade de se tornar sua devota esposa &, principalmente, dedicar-se às beatas tarefas da devoção religiosa na igreja local, uma imitação praticamente perfeita da basílica de Santa Cleonilde das Marés, em Finis Terrae, Portugal, ainda que em escala reduzida. Dessa união bendita, principalmente pelo pároco da aldeia de Cambatatã, localizada nada mais nada menos do que no interior do interior do Brasil, a cavalo do trópico de Capricórnio, nasceram dois filhos. O primeiro, Crédulo Nebulosa, subiu na carreira em uma multinacional de produtos de jogo de azar para malandros. A empresa produz baralhos com sete ases, dados côncavos e convexos com sete caras, tarôs trucados e, principalmente, roulettes com várias inclinações, entre as quais a mais vendida é aquela de inclinação sado-masoquista & fetichista. Crédulo casou-se felizmente com uma doce donzela da aldeia feliz de Cambatatã, generosa & cheia de piedade, tão cheia de piedade que se dava por piedade a todos que mostrassem tendências à solidão & melancolia. Crédulo, movido por tamanha devoção para com a humanidade, sentiu um frêmito na frente, de aprovação, & pediu sua mão, que ela, certeiramente, aplicou no lugar certo, no momento certo. E viveram felizes & contentes.
A segunda filha do casal Nérvulo e Sonhante foi, com efeito, a ostra anã Cálida.
Desde a mais tenra infância, Cálida sonhava com outros lugares e outros horizontes, talvez mais elevados, já que ela ia à altura de pé mas, de qualquer maneira, o fato é que, olhando para o infindável horizonte de campos de túberos em volta de Cambatatã, repetia para si mesma que um dia teria conhecido realidades mais rizomáticas do que aquela. A primeira vez que expressou esse desejo, todavia, levou dois redondos tapas na cara, simultâneos, um de cada face, tapas dedos pelo casal Nebulosa, e que configuraram, de forma definitiva, suas feições de ostra. Daquele dia em diante, alem de querer ir embora, Cálida tomou consciência da beleza das mulheres & de sua própria configuração de fruto de mar viscoso, & começou a acariciar a idéia de transformar todos os rostos em ostras mais ostras do que o dela. A situação era tão trágica, mas tão trágica, que a senhora Sonhante, cada vez mais enrolada nas sábias coisas da religião, percebeu os traços do demônio no rosto da filha e pediu a intervenção do bom pároco da pequena paróquia tropical. O pároco sugeriu que levassem a ostra anã para uma benção especial, em que ele usaria o suco mais puro do produto dos campos de Cambatatã. Em resumo, tentaram caçar o diabo a golpes de purê. Ao que parece, a coisa não funcionou, e Cálida cresceu – pouco, para dizer a verdade – de alma cada vez mais apodrecida.
Finalmente, conseguiu fugir ao seu cruel destino de pequena filha de Cambatatã, quando já tinha se tornado uma ostra adulta, mas ainda assim anã, e foi trabalhar na cidade grande, em Capital City e ainda mais, ainda por cima, a cavalo do mesmo trópico tropical. Em Capital City, a jovem ostra encontrou seu destino, ou melhor, sua Nêmesis Profunda: um emprego em uma revista de plástica e beleza. O fato é que, vejam bem, nenhuma mulher impressa é o que aparenta ser. Aliás, é sempre produto de infinitos retoques: uma olheira aqui, um rolinho de gordura acolá, uma falta de elasticidade acima, um excesso de adiposidade abaixo... Enfim, nenhum cirurgião plástico realiza na prática, o que Cálida Nebulosa alcança com seus instrumentos digitais, com os quais retira as imperfeições, para satisfazer, assim, os sonhos de senhoras calipígias, exuberantes e não mais viçosas, graças a seu bisturi informático. A Ostra Anã, que havia muito acalentava o desejo de destruir todo e qualquer vestígio de beleza feminina, encontrou-se trabalhando na invenção de belezas refeitas & falsificadas que nem milagres... E se essa não é Nêmesis, então me digam vocês o que é! Cálida realiza centenas & centenas dessas operações milagrosas todo mês, produz milagres digitais quotidianos, deixando as leitoras sonharem, leitoras normalmente imperfeitas, de poder um dia se tornar algo que nenhum cirurgião jamais se permite prometer.
Apesar dessa piada do destino, todavia, Cálida não podia se conformar com seu estado de Vênus Impossível, e sentia queimar dentro o desejo de desfigurar profundamente algo, ou melhor, alguém mais bonito do que ela. Assim, começou a procurar pelo amor. Aliás, pelo Amor com a famosa A maiúscula, já que, alimentada por anos de papas de telenovelas, que a mãe Sonhante assistia com olhos sonhadores e nostálgicos, obviamente não conseguia pensar em uma alternativa plausível ao que via na TV, e queria realiza-lo nesse mundo de pessoas em carne e ossos.
Em breve, o fato é que Cálida, pequena, de cara torta e com o dom digital de transformar mulheres normais em belezas virtualmente impossíveis, queria encontrar uma mulher bonita e torná-la uma montruosidade real. Isso, afinal das contas, nada mais é do que o papel de vilã em uma qualquer novela de respeito: odiar toda forma de beleza, certo requinte de pensamento e qualquer resquício de inteligência. Tornar-se Pura Inveja, aquela que a mãe Sonhante sempre avisou ser um Pecado Capital. Mas, fazer o que? Cálida Nebulosa era inevitavelmente atraída pelo que mais odiava: as mulheres.
Bom, está na hora de deixarmos essa ostra sem pérula rara às suas piedosas obras de restauração corporal fictícias. Vamos deixa-la à sua ráiva camuflada de Vítima das Circumstâncias, já que não se trata de uma Personalidade Apaixonante, mas sim, de um Mero Acidente contra o qual gente bem mais interessante teve a desavença de esbarrar. Ainda que Cálida não seja um iceberg, e quem nela esbarrou não tenha afundado feito um Titanic ela teve, mesmo assim, a capacidade de provocar alguns galos nas cabeças.
terça-feira, 15 de junho de 2010
POST FORTEMENTE SURREAL. NÃO LEVEM MUITO A SÉRIO...

sexta-feira, 11 de junho de 2010
SOU BOAZINHA, MAS...


terça-feira, 8 de junho de 2010
LIVRE...LIVRE...LIVRE!!!!

Consegui acabar o meu escrito. Alívio, alívio, mas já estou às voltas com outro rascunho impossível.
segunda-feira, 7 de junho de 2010
NADA A DIZER
Estou em firme e franca crise criativa. Nas últimas semanas, urucas espetaculares me assombraram. Minha sala de trabalho pegou fogo. Literalmente. Estava eu almoçando, quando me ligaram, dizendo que labaredas saiam pela janela. Corri de volta e encontrei gente enegrecida pela fuligem, minha porta arrombada e tudo coberto por uma coisa preta e gordurosa. Uma beleza, tive que mudar de sala, fui para outra que é a metade do tamanho. Não se sabe quando voltarei para a outra sala. No dia seguinte, peguei a estrada para Capital City e fiquei presa no transito, na saída de Black Stream: uma carreta tombou e atravessou a pista. Ainda, estou com gripe. Para completar o quadro, emperrei na produção de um artigo. Não consigo encerrar o escrito. E, até conseguir, parece que tudo para. Quero dizer, estou com prisão de ventre produtiva. Intestino criativo preso. No final de semana tentei passar de fase no videogame, mas não consegui de jeito nenhum. Meu cachorro vomitou e cagou as tripas durante a noite, ontem. Tudo muito objetivo, come se pode ver, nada de melancolia espiritual. Me falta qualquer inspiração, diante do meu nariz entupido, da minha garganta que arde, além de uma maravilhosa, gigantesca e muito dolorida espinha na orelha, daquelas que nem dá para espremer com gosto porque é debaixo da pele. Estou me sentindo frustrada por essa maldita espinha. Sexta feira fui à livraria e sai somente com livros "de trabalho". E agora tenho que enfrentar, para melhorar meu humor, coisas que no título tem palavras hostis como "capital", "redes", "trabalho"... E, para completar, é segunda feira em uma sociedade de massa. Ou seja: mesmo que eu expresse algum tipo de ódio pelo mundo, o mundo nem está aí. Nem essa tristeza cósmica se transforma, sei lá, em poesia. Tipo Sylvia Plath. Deprimida, deprimente, mas belíssima. Mmmm... talvez não tenha sido uma boa idéia, pegar na mão os poemas da dita cuja, nesse estado...
sexta-feira, 21 de maio de 2010
CRIATURAS DIFERENTES II: O SACI E A FLOR DA SAMAMBAIA

terça-feira, 27 de abril de 2010
MACABÉIA SÓ MERECE MORRER!
